stalking inverso

“Stalking inverso” – quando è l’uomo a subire

Se apriamo le pagine di cronaca ogni giorno possiamo trovare storie di violenza. La violenza è molto spesso collegata a profili psicologici instabili: persone maniache del controllo sulle quali rabbia, gelosia e vendetta prendono il sopravvento sulla razionalità.

Lo stalking è una forma subdola di violenza spesso psicologica e che tiene la vittima in un constante stato di dubbio tra paura, amore e disagio. Spesso colui che è perseguitato associa questi comportamenti malsani ad un forte attaccamento e lo confonde con l’amore. Non è così: i comportamenti ossessivi e che limitano la libertà dell’altro non sono MAI riconducibili a forme di amore.

Si parla sempre di violenza psicologica tra le mura domestiche, è la cosa che più spesso avviene anche per retaggio culturale, ma non è assente l’inverso cioè l’uomo vittima di violenza. Al solo pensarci viene da sorridere, come può essere? Se ad esempio un amico ci raccontasse che una ex lo segue, lo pedina e gli manda messaggi insistentemente ci verrebbe subito voglia di sdrammatizzare. Del resto la superiorità maschile ci viene inculcata fin da bambini, l’uomo è da sempre il sesso forte.

Secondo dati ISTAT sono circa 5 milioni gli uomini che ogni anno sono vittime degli stessi tipi di molestie o violenza che subiscono le donne. Per quanto riguarda le molestie, da alcune ricerche è emerso che sono circa 3 milioni 574 mila gli uomini che hanno subito abusi almeno una volta nella vita e, nel 14,6% di questi casi, gli autori erano donne.

Uno dei pochi documenti scientifici su questo tema è la “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il genere maschile” condotta da un team di studiosi e ricercatori, in collaborazione con l’Università di Siena, dalla quale emergono statistiche molto interessanti. Dallo studio si evince, ad esempio, che il 60% del campione è stato “spinto, strattonato, graffiato, o tirato per i capelli con dolore” dalla sua compagna, mentre il 51% è stato colpito da un oggetto, anche pericoloso, lanciato dalla partner”. Sul fronte delle violenze psicologiche, poi, risulta elevata, interessando oltre 3 / 4 dei compilatori, la percentuale di donne che insultano, umiliano, provocano sofferenza con le parole ( 75,4%). In presenza di figli le cose si complicano, perché la minaccia di portare via i figli o di ostacolare le visite riguarda il 59% dei casi.

Lo stalking inverso è un fenomeno sommerso ma non meno importante di quello classico. Gli uomini vittime di stalking sono spesso riluttanti nel chiedere aiuto alla autorità per timore che ne vada della loro virilità. Specie nelle prime fasi delle molestie possono sentirsi gratificati da queste attenzioni e perfino confonderle col corteggiamento, proprio come in “attrazione fatale”. L’uomo che riconosce la violenza è spesso in condizione inversa rispetto alla donna: se agisse per difendersi potrebbe arrecare molto più male di quanto ne riceve.

Le molestie sono fondamentalmente le stesse ricevute dalle donne:

  • Molestie psicologiche (critiche, denigrazione, violazione della privacy, ricatti, pressioni sui figli, richieste di mantenimento, ecc.)
  • Molestie fisiche (capelli strappati, lancio di oggetti, graffi, morsi, mani schiacciate, percosse, tentativi di folgorazione, tentativi di omicidio, evirazione)
  • Pedinamenti

Lo stalking messo in atto dalle donne difficilmente arriva alla violenza fisica ed in quel caso spesso è estrema e si arriva all’omicidio.

Le pressioni sui figli, le richieste di mantenimento e le minacce per portare via i figli possono portare l’uomo a ritrovarsi in una situazione di “alienazione parentale” (rifiuto del figlio di vedere un genitore, in questo caso il padre). Quando questo avviene e diventa insostenibile, può capitare che l’uomo decida di togliersi la vita: ogni anno sono circa 200 i padri che si suicidano perché le ex mogli gli impediscono di vedere i figli.

Pochi però denunciano. Anche in questo caso l’investigatore può essere di grande aiuto alla vittima smascherando la carnefice e reperendo prove da utilizzarsi in giudizio. E’ fondamentale denunciare, capire che queste sono forme di violenza e non di amore e che sono lesive della propria libertà. Contattaci per avere più informazioni e raccontaci la tua storia, noi siamo al tuo fianco.


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